L’ARTE DEI RISSEU E DEI LAGGIONI

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Le geometrie bianche e nere, che come ricami di pietra adornano i sagrati delle chiese, oppure i sentieri dei giardini, o gli atrii degli antichi palazzi, sono i “Risseu”. Una tecnica che sconfina nell’arte di decorare con una materia prima “macrobiotica” del territorio ligure. Pietre raccolte sulle spiagge, nelle cave, lungo il greto dei torrenti che a partire dal XVII, XVIII secolo sono sinonimo della tecnica creativa e della tenacia degli artigiani liguri. La tradizione di decorare i sagrati delle chiese con l’acciottolato policromo, viene attribuita all’antica usanza di cospargere di petali di fiori le strade durante la processione del Corpus Domini, quasi a voler cristallizzare per tutto l’arco temporale dell’anno. Fra i molti tesori sconosciuti che custodiscono i palazzi di Genova ce ne sono di assai singolari perché, nonostante i nomi degli autori siano ignoti, testimoniano i legami che allora come oggi uniscono la città con le altre sponde del Mediterraneo. Le piastrelle decorate a rilievo che ornano gli atrii e le scale di molti palazzi genovesi e non solo: il campanile di Sant’Agostino, unico nel suo genere, decorato da queste piastrelle maiolicate, chiamate “laggioni” (dalla parola araba “al zuleja”, che diventa “azulejo” in spagnolo, “rayola” in catalano e “riggiola” in napoletano).

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