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Il Divismo. Mitologia del cinema
a cura di Umberto Basevi
Negli anni venti Hollywood decise di puntare con forza sul divismo. Un film veniva di solito ideato espressamente per un volto o per un personaggio e le case di produzione tenevano sotto contratto un vivaio di giovani attori fisicamente attraenti, che venivano fatti diventare famosi e poi se ne sfruttava l’immagine in una serie di film appositamente creati. I divi degli anni venti e dei primi anni trenta erano molto conturbanti e trasgressivi, spesso dai tratti esotici, come l’italiano Rodolfo Valentino, la svedese, la svedese Greta Garbo la tedesca Marlene Dietrich. Le idee di bellezza, personalità e bravura che ammantano le star non possono avere presa se non sostenute anche dalle immagini della vita reale: ecco che la Garbo, sempre legata nei suoi film al doppio gioco tra eroina appassionata e fredda calcolatrice, si negò ai media incarnando magnificamente l’idea del mistero.
Dalle prime “Dive” del cinema muto, il racconto delle star mitiche e iconiche che hanno reso magico il grande schermo.
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